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Tournee negli USA: i Berliner ritornano al Kennedy dopo 21 anni

Torna in scena una delle orchestre più illustri al mondo: i Berliner Philharmoniker sul palco del Kennedy Center di Washington.

La serata ha rappresentato una vera e propria celebrazione della cultura musicale, ma anche un simbolo di forti legami tra Stati Uniti e Germania. La maestria e l’emozione della musica hanno tracciato un sentiero ricco di storia e significato, rendendo l’evento unico e memorabile.

Dopo oltre due decenni, i Berliner Philharmoniker sono ritornati al Kennedy Center per una tournèe negli Stati Uniti. Questo evento è stato descritto da Jenny Bilfield, presidente e CEO del Washington Performing Arts, come una “milestone performance”, ovvero un concerto che segna un punto di riferimento. L’atmosfera era vibrante, un crescendo di attesa che si è trasformato in un’ovazione lunga e calorosa al termine della serata. Il direttore d’orchestra Kirill Petrenko, alla guida dell’ensemble, ha saputo catturare il pubblico, che ha partecipato a questo raro avvenimento con entusiasmo palpabile.

Il Kennedy Center, simbolico centro culturale dedicato al presidente John F. Kennedy, ha fornito il contesto perfetto per questa reunion musicale. Nel 1963, durante la guerra fredda, Kennedy pronunciò il noto discorso “Ich bin ein Berliner” da un palcoscenico vicino, sottolineando lo spirito di unità tra Berlino e Washington. Così, i Berliner Philharmoniker non solo portano la musica ma anche un messaggio di pace e collaborazione, elementi che sono stati messi in evidenza dall’ambasciatore tedesco a Washington, Andreas Michaelis, aprendo la serata. I legami politici e culturali si riflettono nel programma musicale, che unisce compositori la cui vita e opere sono profondamente interconnesse con la storia americana.

Un programma musicale d’eccellenza

La serata ha preso avvio con l’opera evocativa ‘L’isola dei morti’ di Sergei Rachmaninoff, una composizione che evoca atmosfere misteriose e intense. Seguita dal concerto per violino e orchestra op. 35 di Erich Wolfgang Korngold, il quale, fuggito dagli orrori della guerra, si stabilì negli Stati Uniti dove conquistò il cuore del pubblico con le sue colonne sonore cinematografiche. Per necessità, la solista Hilary Hahn, prevista inizialmente per eseguire il concerto, è stata sostituita dal giovane violinista americano Benjamin Beilman. Questo cambio dell’ultimo minuto ha sorpreso, ma Beilman ha stupito tutti, eseguendo con grande abilità e ricevendo un caloroso bis.

Berliner Philharmoniker
Berliner Philharmoniker in concerto al Kennedy Center di Washington – Foto: Instagram @berlinphil- www.retididedalus.it

Così, l’incredibile talento e la capacità di adattamento di Beilman ha regalato un momento di autentica magia musicale, dimostrando come la musica possa unire e superare ogni difficoltà. La serata si è conclusa magistralmente con la Sinfonia n. 7 in re maggiore di Antonín Dvořák, il quale, tra il 1892 e il 1895, diresse il conservatorio di New York, dove compose anche la celeberrima Sinfonia n. 9, “Dal nuovo mondo”. L’interpretazione della sinfonia da parte dei Berliner ha lasciato un segno indelebile nei cuori del pubblico, confermando ancora una volta il valore e la potenza di quest’orchestra.

Un tour da non perdere

La tournée dei Berliner Philharmoniker non si conclude con la performance al Kennedy Center. Infatti, continuerà con tappa alla celeberrima Carnegie Hall di New York dal 17 al 19 novembre. Qui, il violinista solista sarà Vilde Frang, una talentuosa musicista norvegese recentemente acclamata per la sua interpretazione del concerto di Korngold a Berlino. Il programma include un’importante esecuzione della Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore di Anton Bruckner, in coincidenza con le celebrazioni per i 200 anni dalla nascita del compositore.

Dopo la tappa a New York, gli eventi proseguiranno alla Symphony Hall di Boston il 20 novembre e all’Hill Auditorium di Ann Arbor, in Michigan, fra il 23 e 24 novembre, culminando al Chicago Symphony Center il 26 novembre. Ogni tappa rappresenta un’opportunità per il pubblico statunitense di avvicinarsi a opere straordinarie eseguite da musici di altissimo livello. Così, il tour si profila come un’ottima occasione di fruizione culturale, promettendo emozioni, qualità musicale e, naturalmente, l’occasione di ascoltare dal vivo una delle orchestre più famose al mondo.

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