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Dardust: Il mercato non mi interessa, preferisco fare musica senza feat

L’arte di cercare la bellezza nelle ombre delle città è il fulcro dell’ultima creazione di Dardust, il suo album “Urban Impressionism”.

In un momento storico in cui la musica è dominata dal mercato e dalle tendenze, questo lavoro offre una pausa riflessiva, spingendo ad esplorare angoli meno visibili del nostro mondo interiore e urbano. Scopriamo insieme l’approccio originale di Dardust e l’importanza di questo progetto artistico.

Dardust, il cui vero nome è Dario Faini, classe 1976, non è solo un pianista talentuoso, ma anche un prolifico compositore e produttore. Ha partecipato a successi che hanno fatto la storia recente della musica italiana, come “Soldi” di Mahmood e “Cenere” di Lazza. Eppure, con “Urban Impressionism“, Dardust ha scelto di intraprendere un percorso diverso, lontano da collaborazioni commerciali e hit radiofoniche. «L’intento era di cercare la bellezza dove apparentemente non c’è», spiega, sottolineando l’importanza di un messaggio sincero e autentico. Questo album non è una semplice raccolta di melodie, ma un vero e proprio viaggio emotivo, dove le note diventano un veicolo per raccontare storie e sentimenti, esprimendo una visione profonda della bellezza che risiede anche nelle periferie della società.

La sua musica è un racconto che non ha bisogno di parole; le sue dita scorrono sui tasti del pianoforte, creando atmosfere eteree, che riescono a comunicare emozioni in modo diretto. In un certo senso, questo approccio invita ogni ascoltatore a riflettere sul significato di bellezza e su come questa possa manifestarsi nei luoghi meno attesi. L’ossessione per un’estetica perfetta è sostituita dall’accettazione di imperfezioni, che Dardust esplora e celebra attraverso la sua arte.

Periferie emotive e simboliche

Le periferie, con le loro atmosfere uniche e spesso trascurate, sono al centro della narrazione di quest’album. Dardust afferma che «le periferie non sono altro che simboli delle nostre aree abbandonate, un po’ oscure, emotive», suggerendo che, proprio come nelle città, ci sono spazi dentro di noi che spesso preferiamo ignorare. Questi spazi sono pieni di errori e ferite, ma è fondamentale riconoscerli, percorrerli e, soprattutto, colorarli. Ecco che il pianoforte diventa strumento di esplorazione personale, un modo per far emergere ciò che normalmente rimane sepolto sotto le pressioni della vita quotidiana.

Dardust e l’ultimo album “Urban Impressionism”- Foto: Instagram @dardust- www.retididedalus.it

Il messaggio centrale del disco esorta a non fuggire da queste zone “oscuri”, ma ad affrontarle con curiosità e senza paura. Dardust riesce a trasmettere questa idea attraverso composizioni che oscillano tra il melodioso e il malinconico, sempre mantenendo un equilibrio che invita a un ascolto attento e riflessivo. Ogni brano si apre a interpretazioni personali, rendendo l’ascolto una esperienza unica e intima, in cui ognuno può riconoscere le proprie periferie.

L’originalità di un artista autentico

In un mercato musicale sempre più impegnato a rincorrere il successo immediato, la scelta di Dardust di allontanarsi dai sentieri battuti è un atto che sfida le tendenze attuali. La sua filosofia artistica pone l’accento su un’idea di bellezza che trascende le mode, abbracciando la vulnerabilità umana e la complessità delle emozioni. Dardust non si preoccupa di trovare un consenso immediato; al contrario, desidera approfondire esperienze decisive che possano risuonare sul profondo nel cuore delle persone.

Urban Impressionism rappresenta, quindi, non solo un’opera musicale, ma anche un invito a riflettere e a confrontarsi con le proprie esperienze. In un momento storico dove la superficialità appare dominante, l’approccio di Dardust può fungere da faro per quanti cercano qualcosa di autentico, un modo per riscoprire il valore del “sentire” piuttosto che del “vendere”. Un’opera che parla dritta all’anima, proponendo una bellezza che risiede nelle pieghe più nascoste della nostra esistenza.

Rossana Muraca

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