Secondo il presidente in pectore inserire una tariffa del 25% sui beni provenienti dal Messico e dal Canada potrebbe indurre i due Paesi a fermare il flusso di droghe e immigrati clandestini
Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti, ha recentemente fatto notizia con la sua minaccia di introdurre nuovi dazi su prodotti importati dalla Cina, dal Messico e dal Canada. Questa mossa è parte della sua strategia per affrontare quella che definisce un’emergenza nazionale: il traffico di droga, in particolare il fentanyl, e l’immigrazione illegale. L’ex presidente ha dichiarato che una delle sue prime azioni, una volta insediato, sarebbe stata quella di firmare un ordine esecutivo per imporre una tariffa del 25% su tutti i beni provenienti da Messico e Canada, fino a quando questi paesi non prenderanno misure concrete per fermare il flusso di droghe e immigrati clandestini.
In un post su Truth, il suo social media, Trump ha messo in evidenza come il fentanyl stia invadendo gli Stati Uniti, arrivando principalmente attraverso il confine messicano. Ha affermato di aver avuto numerosi colloqui con i rappresentanti cinesi, nei quali avevano promesso di adottare misure severe contro i trafficanti di droga, ma i risultati sono stati deludenti. “Ho avuto molti colloqui con la Cina – ha scritto Trump – ma senza alcun risultato. La droga sta affluendo nel nostro Paese a livelli mai visti prima”. Queste affermazioni riflettono una preoccupazione crescente negli Stati Uniti riguardo all’epidemia di overdose da oppioidi, di cui il fentanyl è una delle principali cause.
Il fentanyl, un potente analgesico sintetico, ha portato a un aumento vertiginoso delle morti per overdose negli Stati Uniti. Solo nel 2021, oltre 70.000 morti sono state attribuite a overdose da oppioidi, con il fentanyl che rappresenta una percentuale significativa di queste tragedie. Il traffico di questa sostanza è diventato un problema di sicurezza nazionale, e Trump ha utilizzato questa crisi per giustificare la sua proposta di imporre dazi. “Finché non smetteranno, addebiteremo alla Cina un’ulteriore tariffa del 10% su tutti i suoi numerosi prodotti che entrano negli Stati Uniti”, ha dichiarato.
Oltre alla Cina, Trump ha indirizzato le sue ire verso il Messico e il Canada, affermando che questi Paesi devono affrontare la questione del traffico di droga e dell’immigrazione illegale. La sua retorica ha fatto eco a quella della sua campagna presidenziale del 2016, in cui aveva promesso di costruire un muro lungo il confine messicano per fermare l’immigrazione clandestina. “Come tutti sanno, migliaia di persone stanno attraversando Messico e Canada, portando criminalità e droga a livelli mai visti prima”, ha scritto, evidenziando la sua convinzione che la situazione al confine sia inaccettabile.
Il governo messicano e canadese ha risposto a queste minacce, sottolineando la necessità di una cooperazione più profonda per affrontare il problema della droga e dell’immigrazione. Tuttavia, Trump ha insistito sul fatto che i due paesi devono fare di più e che le tariffe rimarranno in vigore finché non vedrà risultati concreti. “Questa tariffa rimarrà in vigore fino a quando la droga, in particolare il fentanyl, e tutti gli immigrati clandestini fermeranno questa invasione del nostro Paese!” ha dichiarato.
La Cina ha risposto alle minacce di Trump con un avvertimento: “Nessuno vincerà una guerra commerciale”. Liu Pengyu, portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, ha sottolineato l’importanza della cooperazione economica e commerciale bilaterale e ha ricordato che la Cina ha già preso misure per combattere il traffico di droga. Liu ha affermato che l’idea che la Cina consenta consapevolmente il traffico di precursori del fentanyl negli Stati Uniti è “completamente contraria ai fatti e alla realtà”.
Tuttavia, la questione rimane complessa. Da un lato, ci sono stati progressi nella cooperazione tra Stati Uniti e Cina per contrastare il traffico di sostanze chimiche utilizzate per la produzione di fentanyl. Dall’altro, la retorica di Trump e le sue proposte di dazi riflettono una frustrazione crescente con le politiche attuali e un desiderio di riprendere il controllo su questioni che considera di vitale importanza per la sicurezza nazionale. Con l’approssimarsi delle elezioni, è chiaro che il tema del traffico di droga e dell’immigrazione illegale continuerà a essere al centro del dibattito politico negli Stati Uniti.
Le reazioni alle sue minacce di dazi si stanno già diffondendo, con esperti di economia che avvertono delle conseguenze negative che potrebbero derivare da una guerra commerciale. Le relazioni tra Stati Uniti, Cina, Messico e Canada potrebbero subire un ulteriore deterioramento se le promesse di Trump dovessero concretizzarsi. In un contesto globale già fragile a causa delle tensioni geopolitiche e delle conseguenze economiche della pandemia di COVID-19, la strategia di Trump potrebbe avere ripercussioni significative non solo per gli Stati Uniti, ma anche per l’economia mondiale nel suo complesso.
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