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Le motivazioni dietro allo sciopero generale del 29 novembre

Questa iniziativa si propone di esprimere un forte dissenso nei confronti della manovra economica del governo Meloni

Oggi, venerdì 29 novembre, è in corso la mobilitazione generale indetta da Cgil e Uil, che hanno proclamato uno sciopero di otto ore in tutti i settori lavorativi. Questa iniziativa si propone di esprimere un forte dissenso nei confronti della manovra economica del governo Meloni, considerata insufficiente e inadeguata per affrontare le problematiche attuali del Paese. Le organizzazioni sindacali intendono inviare un segnale chiaro e deciso, riunendosi in manifestazioni in tutta Italia, dove lavoratori, pensionati, giovani e precari si faranno sentire.

Le ragioni della mobilitazione

Le ragioni che hanno portato a questa mobilitazione sono molteplici e complesse. Nel contesto della manovra economica, Cgil e Uil criticano con fermezza le scelte dell’esecutivo. Le loro contestazioni non si limitano a una semplice opposizione, ma si articolano in una serie di proposte concrete, mirate a riportare l’attenzione sul lavoro e sulla dignità dei lavoratori. I sindacati chiedono un cambiamento radicale, che si basi su una visione di sviluppo inclusivo e sostenibile, capace di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini.

L’impatto dell’austerità

Uno dei temi centrali è l’austerità che, secondo i sindacati, il governo sta imponendo al Paese da sette anni a questa parte. Questa politica di rigore ha avuto ripercussioni dirette sulla vita dei lavoratori e delle famiglie, con una crescente perdita del potere d’acquisto dovuta a un’inflazione che sembra colpire in modo particolare i più vulnerabili. L’aumento dei prezzi, infatti, ha vanificato i piccoli miglioramenti economici, lasciando molte persone in difficoltà e aumentando le disuguaglianze.

Precarietà e welfare

In particolare, i sindacati mettono in evidenza come l’attuale manovra non affronti adeguatamente la precarietà lavorativa, il lavoro nero e sommerso, e non garantisca un adeguato sostegno al welfare pubblico. Tagli alla sanità, all’istruzione e ai trasporti pubblici, uniti alla mancanza di risposte all’emergenza abitativa, sono solo alcune delle problematiche denunciate. Inoltre, si sottolinea l’insufficienza delle risorse destinate alle disabilità e alla non autosufficienza, evidenziando l’urgenza di un intervento deciso in questi settori.

Contratti nazionali e salari

Un’altra questione cruciale riguarda i contratti nazionali di lavoro. I sindacati fanno notare che i rinnovi nel pubblico impiego coprono solo un terzo dell’inflazione, lasciando molti lavoratori con salari che non riescono a far fronte al costo della vita.

Il segretario della Cgil Maurizio Landini in testa al corteo di manifestanti a Bologna | ANSA/LASSIMO CAVALLARI – Retididedalus.it

Il tanto discusso taglio del cuneo fiscale, che avrebbe dovuto portare benefici ai lavoratori, si traduce in realtà in un aggravio, poiché il gettito Irpef ha visto un aumento che pesa sulle spalle dei lavoratori stessi.

Politiche fiscali e disuguaglianze

Le politiche fiscali nazionali sono criticate per non favorire una redistribuzione equa delle risorse. Condoni e concordati, che avvantaggiano gli evasori fiscali, riducono la progressività del sistema e non si vedono misure concrete per colpire gli extraprofitti, mentre le disuguaglianze continuano a crescere. Questo contesto di iniquità ha spinto i sindacati a chiedere un cambiamento radicale e immediato.

Previdenza e sostenibilità

In ambito previdenziale, il malcontento è palpabile. Viene denunciato un peggioramento della legge Monti-Fornero, che avrà impatti negativi sulla maggior parte dei lavoratori. La rivalutazione degli assegni pensionistici è considerata insufficiente, con aumenti irrisori che non risolvono la questione della sostenibilità economica per gli anziani e per coloro che vivono con pensioni minime.

La mancanza di una strategia industriale

La mancanza di una strategia industriale chiara e concreta è un altro punto di frustrazione per i sindacati. L’assenza di investimenti significativi nella manifattura e nei servizi, unita ai ritardi nell’attuazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), preoccupa i lavoratori, che chiedono misure in grado di tutelare l’occupazione e di creare nuove opportunità di lavoro, specialmente nel Sud Italia.

La mobilitazione del 29 novembre

In questo clima di tensione sociale, Cgil e Uil hanno deciso di scendere in piazza per rivendicare diritti e dignità. Lo sciopero generale non è solo un atto di protesta, ma una richiesta di cambiamento profondo. La mobilitazione del 29 novembre si articola in manifestazioni in tutte le regioni d’Italia, con cortei, presidi e iniziative di protesta. Questo giorno rappresenta un’opportunità per far sentire la voce di chi lavora, di chi lotta per un futuro migliore e di chi chiede giustizia sociale. La domanda che aleggia è chiara: sarà finalmente il momento di ascoltare le istanze dei lavoratori e di intraprendere un percorso di riforme che risponda alle sfide del nostro tempo?

Redazione Retididedalus

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