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Taglio pensioni, l’INPS riduce di 50 euro l’importo a questi cittadini: c’è la data ufficiale

Negli ultimi giorni, l’INPS ha annunciato che alcuni pensionati si troveranno a ricevere un assegno mensile ridotto di 50 euro.

Questa decisione è legata ai bonus erogati nel periodo post-pandemia, introdotti dal governo Draghi per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, inclusi i pensionati. In particolare, si tratta dei bonus di 200 e 150 euro, che ora potrebbero dover essere restituiti da alcuni beneficiari.

Nel 2022, l’Italia ha affrontato un’alta inflazione che ha messo a dura prova le finanze delle famiglie. Il governo Draghi ha risposto a questa situazione con il Decreto Aiuti, introducendo un bonus di 200 euro per le famiglie con un reddito non superiore a 35.000 euro. Questo bonus era destinato a tutti i residenti, compresi i pensionati, e aveva lo scopo di alleviare le difficoltà economiche causate dall’aumento dei prezzi, specialmente per l’energia.

Successivamente, con il Decreto Aiuti-ter, è stato introdotto un ulteriore bonus di 150 euro, riservato a chi aveva un reddito di 20.000 euro o inferiore. Entrambi i bonus sono stati erogati in base ai redditi presunti del 2021, e le verifiche effettuate dall’INPS hanno rivelato che alcuni dei beneficiari non soddisfacevano i requisiti di reddito necessari per riceverli.

Chi deve restituire i bonus?

Con la conclusione dei controlli, l’INPS ha identificato i pensionati che hanno superato le soglie di reddito e che quindi non avrebbero dovuto ricevere i bonus. Gli interessati hanno già ricevuto una comunicazione ufficiale attraverso la Piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione (Send). È importante sottolineare che non tutti i pensionati sono a rischio di restituzione. Solo coloro che hanno percepito i bonus senza avere i requisiti reddituali stabiliti dovranno affrontare questa situazione.

In dettaglio, i pensionati potrebbero dover restituire:
1. Solo il bonus di 200 euro
2. Solo il bonus di 150 euro
3. Entrambi i bonus

La buona notizia per chi dovrà restituire i bonus è che l’importo da rimborsare non verrà trattenuto in un’unica soluzione. A partire dal mese di giugno, l’INPS applicherà una trattenuta mensile di 50 euro fino al completo recupero della somma indebita. Questo approccio dovrebbe aiutare i pensionati a gestire meglio la restituzione, evitando un impatto finanziario eccessivo su un reddito già limitato.

Chi deve restituire il bonus (www. retididedalus.it)

Se per qualsiasi motivo non fosse possibile effettuare la trattenuta dalla pensione, l’INPS provvederà a inviare un avviso di pagamento tramite l’applicativo PagoPa. Questo sistema di pagamento è stato implementato per semplificare le transazioni con la pubblica amministrazione, ma potrebbe risultare complicato per alcuni pensionati meno familiari con la tecnologia.

Per comprendere meglio chi rischia di dover restituire i bonus, è utile rivedere i requisiti stabiliti. Per il bonus di 200 euro, era necessario avere un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro. Questo limite si applicava a tutti i tipi di reddito, inclusi quelli da pensione e lavoro. Per il bonus di 150 euro, il requisito di reddito era ancora più restrittivo, fissato a 20.000 euro.

Questa situazione ha messo in evidenza la necessità di maggiore chiarezza e comunicazione da parte delle istituzioni verso i beneficiari di tali bonus. Molti pensionati potrebbero non avere avuto consapevolezza dei limiti di reddito o potrebbero aver interpretato in modo errato le informazioni fornite.

Roberto Arciola

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