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“Il bonus è da restituire”, la notizia è appena arrivata: gli italiani devono farlo subito o rischiano guai seri

Il trattamento integrativo, noto anche come ex bonus Renzi, è uno strumento fondamentale per i lavoratori dipendenti.

Il suo funzionamento può risultare complesso e ci sono situazioni in cui i beneficiari possono trovarsi a dover restituire somme già percepite. In questa guida, analizzeremo le condizioni e i rischi legati al trattamento integrativo nel modello 730/2025, con un focus su chi potrebbe dover restituire l’importo ricevuto.

Il trattamento integrativo è un bonus erogato mensilmente dal datore di lavoro e spetta, per il 2024 e il 2025, ai seguenti gruppi di lavoratori:

  1. Lavoratori con reddito inferiore a 15.000 euro: il trattamento è riconosciuto solo se le detrazioni fiscali sono inferiori all’imposta dovuta diminuita di 75 euro.
  2. Lavoratori con reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro: il bonus è riconosciuto solo se le detrazioni superano l’imposta dovuta, tenendo conto della stessa riduzione di 75 euro.

È importante notare che il trattamento integrativo è anticipato dal datore di lavoro durante l’anno, mentre la spettanza reale viene determinata solo al termine dell’anno fiscale, al momento della compilazione del modello 730. Questo può portare a situazioni in cui un lavoratore si ritrova a dover restituire l’importo ricevuto, perché non ha effettivamente diritto al bonus.

Il rischio di restituzione: chi è coinvolto?

Chi ha percepito il trattamento integrativo nel 2024 e non rientra nei parametri stabiliti potrebbe trovarsi a doverlo restituire nel 730/2025. Questo è particolarmente comune tra i lavoratori con un reddito variabile o che sperano di ricevere detrazioni fiscali superiori a quelle effettivamente spettanti.

Immaginiamo un lavoratore part-time che nel 2024 ha guadagnato 7.500 euro. Durante l’anno, ha ricevuto il trattamento integrativo, ma al momento di presentare il 730, si rende conto che le sue detrazioni non superano l’imposta dovuta. Questo significa che, non essendo in grado di utilizzare il bonus, dovrà restituirlo.

Uno dei principali motivi per cui i lavoratori devono restituire il trattamento integrativo è legato alla capienza fiscale. Per avere diritto al bonus, il lavoratore deve avere un’imposta lorda maggiore delle detrazioni spettanti. Se il reddito è troppo basso e le detrazioni superano l’imposta, il lavoratore non ha capienza fiscale e, di conseguenza, il trattamento integrativo non è dovuto.

Nel 2024, la soglia della no tax area è stata aumentata da 8.174 euro a 8.500 euro. Questo cambiamento significa che molti lavoratori che prima percepivano il trattamento integrativo potrebbero ora trovarsi nella condizione di non aver diritto a tale bonus, se il loro reddito rientra in questa fascia.

Chi deve restituire la somma (www.retididedalus.it)

Il trattamento integrativo è riconosciuto con un limite massimo di 1.200 euro, ma ciò è valido solo se le detrazioni superano l’imposta lorda. Se le detrazioni non raggiungono questo valore, il bonus sarà ridotto di conseguenza. Questo implica che anche coloro che soddisfano i requisiti di reddito potrebbero non ricevere l’intero importo, a meno che le loro detrazioni non siano adeguate.

Chi deve restituire?

  1. Lavoratori con reddito sotto 15.000 euro: devono restituire il trattamento se le loro detrazioni non superano l’imposta dovuta diminuita di 75 euro.
  2. Lavoratori con reddito tra 15.000 e 28.000 euro: coloro che hanno detrazioni inferiori all’imposta lorda saranno obbligati a restituire l’importo eccedente.

È fondamentale che i lavoratori monitorino regolarmente la propria situazione fiscale e le detrazioni a cui possono accedere, per evitare brutte sorprese al momento della dichiarazione dei redditi.

Consigli per evitare la restituzione

Per evitare di trovarsi nella situazione di dover restituire il trattamento integrativo, è consigliabile:

  • Richiedere il bonus solo se si è certi di avere diritto: i lavoratori possono valutare di non ricevere il bonus mensilmente, ma piuttosto richiederlo a conguaglio, se sussiste il diritto, per evitare di dover restituire somme.
  • Controllare le detrazioni: è utile fare una verifica anticipata delle detrazioni fiscali applicabili, in modo da avere un’idea chiara della propria capienza fiscale.
  • Rivolgersi a un professionista: consultare un commercialista o un esperto fiscale può aiutare a comprendere meglio la propria situazione e a pianificare correttamente la propria dichiarazione dei redditi.
Roberto Arciola

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