Morte di Giovanni Sala: le guardie giurate accusate di omicidio preterintenzionale

Svolta nel processo per la morte del 34enne Giovanni Sala, i due vigilantes sono accusati ora di omicidio preterintenzionale.

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Svolta nelle indagini per la morte di Giovanni Sala: le guardie accusate di omicidio preterintenzionale (foto da Facebook) – Retididedalus.it

Giovanni Sala, 34 anni, è tragicamente deceduto il 20 agosto 2023 davanti alla sede di Sky a Rogoredo, Milano, a seguito di un intervento delle guardie giurate che ora sono accusate di omicidio preterintenzionale.

I vigilantes sotto accusa: la dinamica dei fatti che hanno portato alla morte di Giovanni Sala

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Sede Sky di Milano (foto da Wikipedia) – Retididedalus.it

Secondo le informazioni raccolte dalle telecamere di sicurezza, Sala si è avvicinato ai cancelli della sede di Sky mostrando segni di grave alterazione, probabilmente dovuti all’assunzione di alcool e droghe. I testimoni e le immagini hanno confermato che l’uomo era visibilmente in difficoltà e urlava frasi incoerenti mentre procedeva barcollando.

Le due guardie giurate, rispettivamente di 46 e 64 anni, hanno prontamente reagito alla situazione. Hanno deciso di intervenire fisicamente quando Sala ha cominciato a diventare ingestibile. Durante la colluttazione per controllare l’uomo, il vigilante più giovane ha bloccato a terra Sala usando il ginocchio, una tecnica che si è purtroppo rivelata fatale.

Dopo aver immobilizzato Sala, il vigilante più anziano ha chiamato i soccorsi mentre il collega continuava a mantenere la pressione sul torace dell’uomo. Poco dopo, Sala ha manifestato i sintomi di un arresto cardiaco. Nonostante i tentativi immediati di rianimazione da parte del vigilante più giovane, Sala è deceduto sul posto.

L’autopsia ha successivamente confermato che l’arresto cardiaco è stato aggravato dall’uso di sostanze e dallo stress fisico subito durante l’immobilizzazione. Inizialmente, il caso era stato classificato come omicidio colposo, ma ulteriori indagini hanno portato a un cambio di accusa in omicidio preterintenzionale per entrambi i vigilanti.

Il procuratore Alessandro Gobbis, guidato dall’analisi delle prove video e dalle testimonianze, ha suggerito che la reazione delle guardie era stata eccessivamente violenta e non giustificata dalle circostanze, poiché non vi era una minaccia immediata che necessitasse di una reazione così drastica.

La morte di Giovanni Sala è un evento drammatico che apre molti interrogativi sulle procedure messe in atto dal personale delle società di vigilanza privata. Le indagini sul caso continuano e si avvicina il processo per determinare la piena responsabilità delle guardie giurate.

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