Amanda Knox: arriva la condanna per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba

È stata condannata per calunnia Amanda Knox, i giudici l’hanno ritenuta colpevole nei confronti di Patrick Lumumba.

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Amanda Knox è colpevole: questa la decisione dei giudici – Retididedalus.it

Amanda Knox è stata condannata a tre anni di reclusione dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, un tassello della complessa vicenda giudiziaria legata all’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto a Perugia la notte del 1º novembre 2007. La sentenza è stata pronunciata oggi, mercoledì 5 giugno 2024, alla presenza della stessa Knox, arrivata dagli Stati Uniti insieme al marito Christopher Robinson.

Amanda Knox colpevole di calunnia, ma probabilmente non andrà in carcere

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Patrick Lumumba – Retididedalus.it

Patrick Lumumba, che fu inizialmente accusato da Knox per l’omicidio di Meredith Kercher, non era presente in aula, ma è stato rappresentato come parte offesa nel processo. Nonostante questa condanna, è improbabile che Amanda Knox torni in carcere poiché ha già scontato quasi quattro anni di detenzione preventiva prima di essere assolta in appello per l’omicidio di Kercher, insieme a Raffaele Sollecito.

L’omicidio di Meredith Kercher ha avuto un grande impatto mediatico internazionale. Il 1º novembre 2007, la 22enne studentessa inglese fu trovata uccisa nella casa che condivideva con alcune coinquiline, tra cui Amanda Knox. Knox e il suo allora fidanzato, Raffaele Sollecito.

I due furono inizialmente condannati per l’omicidio, poi assolti in appello e infine nuovamente condannati in un secondo processo, con una sentenza che fu definitivamente annullata dalla Cassazione.

Rudy Guede è l’unico condannato in via definitiva per l’omicidio e sta scontando una pena di 16 anni. Questo caso continua a essere oggetto di grande attenzione e dibattito, con molte questioni ancora aperte riguardo alle indagini e al sistema giudiziario.

Durante il processo, Amanda Knox ha voluto esprimere il suo punto di vista attraverso dichiarazioni spontanee: “Non avrei mai voluto testimoniare contro Patrick. Non sapevo chi fosse l’assassino. Patrick non era solo il mio capo, ma anche un amico. Mi ha aiutato a imparare l’italiano e si è preso cura di me”. Ha poi aggiunto, dopo la fine dell’udienza: “I miei legali impugneranno la sentenza in Cassazione”.

Knox ha poi descritto il suo stato durante gli interrogatori come quello di una giovane donna spaventata, confusa e maltrattata dalla polizia: “Il 5 novembre 2007 è stata la notte peggiore della mia vita. Ero scioccata e in un momento di crisi esistenziale. La polizia mi ha interrogata per ore in una lingua che non conoscevo bene, accusandomi di mentire e minacciandomi con una condanna a 30 anni se non ricordavo ogni dettaglio”.

La Corte d’Assise d’Appello aveva il compito di stabilire se Knox fosse responsabile di calunnia nei confronti di Lumumba, dopo che la Cassazione aveva annullato una precedente condanna, rinviando il procedimento per una nuova valutazione. I giudici fiorentini hanno concluso che Amanda aveva incolpato falsamente Lumumba, rendendolo un sospettato per l’omicidio di Meredith Kercher, ma per conoscere le motivazioni della sentenza bisognerà attendere 90 giorni.

Lumumba fu arrestato e rimase in carcere per 14 giorni prima di essere completamente scagionato. Non furono mai trovate prove del suo coinvolgimento nella casa del delitto, e la testimonianza di un professore svizzero confermò che la sera dell’omicidio Lumumba era nel suo pub, dove Amanda lavorava come cameriera.

Durante un’udienza precedente, il procuratore generale Ettore Squillace Greco aveva chiesto la conferma della condanna a tre anni per Knox, una pena comunque già scontata con il periodo trascorso in prigione. I difensori di Amanda, invece, hanno sostenuto che lei è stata vittima di una violazione dei suoi diritti di difesa e di un processo mediatico, e per questo motivo andava assolta.

Il presidente della Corte d’appello, Alessandro Nencini, ha deciso di vietare le riprese audio e video dell’udienza per non pregiudicare il sereno svolgimento del processo. Questa decisione ha sottolineato la delicatezza e la complessità della situazione.

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